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COMUNICATO STAMPA

MOVIMENTO 5 STELLE PIEMONTE

Gruppo di Chieri

 

Apprendiamo che sul mensile Chieri Notizie n. 13 di giugno/luglio 2012 sono apparse delle dichiarazioni attribuite al gruppo chierese del Movimento 5 Stelle circa la questione dell’acquisto dell’impianto multi-mediale della sala consiliare.

Ci preme sottolineare che dei virgolettati riportati nell’articolo non c’è traccia sui nostri canali di informazione e che il nostro portavoce non è mai stato interpellato da qualcuno riconducibile al periodico per conoscere la posizione del gruppo in proposito.

E’ preoccupante che quanto riportato non corrisponda minimamente al vero e stravolga e mistifichi la nostra posizione circa la questione della diretta streaming delle sedute consiliari e dell’hardware preposto acquistato dal Comune di Chieri.

A tal proposito rimarchiamo che l’unica posizione del gruppo chierese del Movimento 5 Stelle Piemonte in proposito è quella disponibile sul nostro blog all’indirizzo https://meetupchieri.wordpress.com/2012/06/18/non-dite-che-non-lavevamo-detto/  e negli articoli correlati disponibili in calce all’articolo stesso oppure pubblicati sul giornale locale.

 

Ripetiamo quindi che quanto riportato nell’articolo E’ TOTALMENTE E DRAMMATICAMENTE INESATTO E NON E’ IN ALCUN MODO RICONDUCIBILE AL GRUPPO CHIERESE del MOVIMENTO 5 STELLE PIEMONTE.

Nell’articolo a firma del direttore Cirantineo infatti si riportano parole che esprimono esattamente l’opposto di quanto riportato nel nostro comunicato ufficiale di cui sopra.

 

Pur prendendo le distante in toto da quanto pubblicato, gradiremmo rettificare alcuni punti a tutela della nostra reputazione e della nostra correttezza.

 

1) Proprio perché avvezzi all’uso dei mezzi informatici, non abbiamo MAI detto che il comune utilizza piattaforme gratuite, anzi abbiamo puntualizzato l’esatto contrario. Piuttosto siamo stati noi che abbiamo fornito un servizio di streaming audio/video delle sedute con l’utilizzo di piattaforme pubbliche gratuite e con il minimo di banda fornita dal wi-fi della sala consiliare.

 

2) Non abbiamo mai chiamato in causa l’opposizione: casomai abbiamo riconosciuto il merito a quei consiglieri del PD (Olia e Maspoli) che si sono premurati di incontrarci per sostenere la nostra richiesta di ripresa video delle sedute. Va anche precisato che durante le sedute consiliari il gruppo del PD, nella fattispecie il consigliere Civera, era stato critico verso l’eccessiva spesa stanziata in un periodo di crisi sottolineando l’importanza della gratuità del servizio che era nostra intenzione fornire.

Quindi per una volta almeno non ci sono motivi di critica verso la compagine del Partito Democratico e non riusciamo quindi a capire l’intento di questo articolo volto a seminare zizania.

 

Diffidiamo quindi il direttore del periodico Chieri Notizie a pubblicare ulteriori dichiarazioni prese chissà dove, se non addirittura inventate, e attribuirle al gruppo chierese del Movimento 5 Stelle senza citarne una fonte verificabile.

A scanso di equivoci, ricordiamo al sig. Cirantineo che per nostra politica di trasparenza non moderiamo i commenti del nostro blog (salvo casi di dichiarazioni che costituiscano illecito o reato) e delle pagine facebook del gruppo. Pertanto chiunque, anche chi non è legato al nostro gruppo, può esprimere la propria opinione in merito agli articoli pubblicati – che sono e restano L’UNICA FONTE UFFICIALE DEL PENSIERO DEL GRUPPO – senza per questo diventare una fonte rappresentativa del nostro pensiero.

 

Ricordiamo, anche se a un giornalista presumibilmente iscritto all’albo non dovremmo ricordare l’ABC, che per le interviste è possibile richiedere un contatto alla mail del gruppo meetup.chieri@gmail.com .

 

Ricordiamo anche che ulteriori articoli mistificatori e diffamatori nei nostri confronti ci costringeranno a intraprendere tutte le azioni necessarie alla tutela della nostra immagine pubblica.

Qui di seguito la scansione dell’articolo.

NON DITE CHE NON L’AVEVAMO DETTO

Le trasmissioni riprenderanno nel più breve tempo possibile

SI legge sul corriere di martedi 05/06/12 della polemica sull’ennesimo default del sofisticato sistema multimediale sponsorizzato dall’assessore alla partecipazione Zullo.
80.000 euro sono l’oggetto del contendere tra maggioranza e opposizione. Sono troppi, sono pochi? Dipende, diremmo noi.
Se il sistema funzionasse a puntino (e direi che dopo mesi dall’installazione si DOVREBBE PRETENDERE dal fornitore il funzionamento impeccabile del sistema) potrebbero essere una cifra congrua, a prescindere da valutazioni nel merito della “potenza di fuoco” richiesta che a noi sembra leggermente esagerata per la puerilità del compito da svolgere.
Da una prima analisi del sistema, almeno per quanto riguarda la diretta streaming e la registrazione delle sedute, salta subito all’occhio come l’acquisto sia ricaduto su una piattaforma proprietaria che fa uso di hardware dedicato e di una piattaforma di streaming video altrettanto proprietaria. Nella teoria il tutto è sicuramente ottimo perchè non richiede competenze particolari per il funzionamento (se funziona tutto), ma pone seri dubbi nel medio lungo periodo (che nel mondo informatico si misura in 5-10 anni) in quanto ci si è legati mani e piedi al fornitore dell’hardware e della piattaforma di streaming negandosi la scalabilità a basso costo del sistema e la possibilità di fruire delle evoluzioni tecniche e tecnologiche che sicuramente si presenteranno sulla scena nei prossimi anni. Senza contare che in caso di fallimento del costruttore dell’hardware (è triste, ma di questi tempi capita) ci si troverà con un sistema sul quale NESSUNO andrà a mettere le mani senza il rischio di rimanere scottato (ergo rimarrà a marcire).
Resta quindi il rammarico nel constatare per l’ennesima volta la leggerezza e la miopia con cui vengono fatti gli acquisti anche importanti nella nostra amministrazione. Non pretendiamo sicuramente che una amministrazione ambiziosa di lasciare il segno (nelle casse comunali) si basi su quanto abbiamo fatto noi del MoVimento 5 Stelle, che abbiamo fornito un servizio simile GRATUITAMENTE con una webcam da 20 € e un account gratuito su una piattaforma di streaming, limitato solo dalla scarsa banda della connessione wi-fi della sala comunale. Ci permettiamo però di sottolineare che, proponendo la classica metafora automobilistica, è stata comprata una Ferrari per fare il lavoro di una Panda e che sicuramente nel mezzo c’erano soluzioni alternative forse meno immediate per l’installatore, ma più vantaggiose nel lungo termine per la collettività.
Nel frattempo sarà opportuno che il MoVimento 5 Stelle Chierese riprenda la sua attività di streaming delle sedute consiliari se non altro per offrire un backup a costo zero alla costosa macchina comunale.

Post passati sull’argomento:

https://meetupchieri.wordpress.com/2011/10/21/consiglio-comunale-on-demand/

https://meetupchieri.wordpress.com/2011/09/24/partecipazione-si-basta-che-non-sia-gratis/

https://meetupchieri.wordpress.com/2011/06/09/della-timidezza-e-del-consiglio-comunale-di-chieri/

CARTA SPRECATA

SE QUESTO E’ UN GIORNALISTA

 

Ci perdoni Primo Levi per questa azzardata parafrasi di un capolavoro della letteratura, ma anche in questa storia si parla di dignità calpestata, anche se si tratta semplicemente di dignità professionale.

Si legge nel numero di marzo del periodico gratuito Chieri Notizie un fine esercizio di giornalismo investigativo degno del duo Bob Woodward e Carl Bernstein . In questo caso la Gola Profonda de noantri ha “spifferato” che i consiglieri del Movimento 5 Stelle Piemonte, Davide Bono e Fabrizio Biolè avrebbero spartito tra conoscenti, parenti e amici di partito (ma quale?) i fondi destinati a finanziare progetti proposti dai cittadini.
L’impianto dell’articolo è un esempio del peggiore “copia&incolla” e della migliore disonestà intellettuale: intanto si riporta come unica fonte “Lo Spiffero”, un sito di informazione politica di dubbia qualità che il mese scorso aveva attaccato l’impianto e la conduzione dell’R-DAY senza nemmeno preoccuparsi di approfondire i contenuti e le modalità di una iniziativa che non ha eguali nella storia politica del nostro paese.

Bastavano pochi minuti su un motore di ricerca e anche un dilettante avrebbe potuto “scoprire” con largo anticipo che CHIUNQUE, anche un tesserato del PDmenoL o del PDL, avrebbe potuto partecipare con un manipolo di 20 sostenitori in quanto l’evento era pubblico e aperto a TUTTI i cittadini piemontesi senza vincoli di appartenenza politica. Se poi questi ignavi elettori dei partiti “istituzionali” non sono riusciti nemmeno a produrre uno straccio di proposta e a trovare 20 compari disposti a sostenerli (a volte basta un panino e una bibita per convincere certa gente a fare da comparsa) per accaparrarsi una fetta di malloppo non è certo colpa del Movimento 5 Stelle.

Intanto deve essere chiaro che i proponenti dei progetti non si “accaparrano” solo i denari, ma anche la responsabilità di essere referenti per il progetto che, dopo la presentazione pubblica, doveva comunque essere formalizzato per iscritto entro 10 giorni e quindi subire un ulteriore vaglio dello staff dei Consiglieri prima di essere finanziato.

Bastava leggere qui: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/piemonte/2012/02/r-day-esperimento-riuscito.html

“Come da regolamento, entro 10 giorni i presentatori ci dovranno inviare un progetto scritto, contenente tempi, costi e metodi di esecuzione. I documenti verranno caricati sul nostro sito, daremo ampio resoconto delle fasi di avanzamento e delle spese sostenute per ogni iniziativa, come nella nostra tradizione di trasparenza totale.”

Ma la faziosità di questi sedicenti mezzi di informazione si evidenzia quando affermano che “sarà un caso che l’elenco dei progetti vincitori sia stato pubblicato sul sito dei 5 Stelle del Piemonte omettendo i nomi di coloro che avevano presentato tali progetti”.
Intanto la giornata è andata in diretta streaming e subito pubblicata su Youtube, quindi a disposizione di tutti per qualsiasi verifica. Anche qui bastavano la buona volontà e due clic di mouse. Non viene il dubbio a questi segugi che se uno avesse voluto fare delle “pastette” non si sarebbe preso la briga di mandare in diretta tutta la giornata?

Comunque sempre facendo il mestiere di giornalista ci si sarebbe potuti imbattere in questo altro post dove nomi e progetti sono stati pubblicati.

http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/piemonte/2012/03/r-day-avanti-con-i-progetti.html

In buona sostanza il sig. F.C. che firma l’articolo, immaginiamo il direttore Fabio Cirantineo, non dice nulla, oltre a dell’ironia fuori luogo, che non sia già stato detto (a sproposito) sull’evento.
Avesse voluto fare un minimo di servizio giornalistico e non squallida propaganda politica avrebbe potuto chiedere l’opinione del gruppo chierese del Movimento 5 Stelle, ma come abbiamo visto la deontologia e la professionalità non sono nelle corde di certe persone. Le stesse persone che poi si sperticano in salamelecchi sul congresso del PDL beatificando San Sodano Eletto senza avere nulla da eccepire circa la ritrosia del medesimo partito a designare un assessore donna (a questo punto almeno un assessore unisex colmerebbe un buco da troppo tempo lasciato vacante) a Chieri o che incensano la rivoluzione tecnologica della sala consiliare dell’assessore Zullo non trovando nemmeno lontanamente fuori luogo, in tempi di crisi nera, la spesa spropositata (quasi 90.000 euro) per l’allestimento di un barocco informatico zeppo di tecnologia proprietaria, quando con un PC connesso in rete e una webcam si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato circa lo streaming video delle sedute. Sulla necessità di tutti gli altri amennicoli sarebbe bello poter avere in mano i conti fatti dai nostri amministratori per valutare l’investimento e i suoi tempi di ritorno.

Nel frattempo vi lasciamo con un pezzo di una testata giornalistica seria che si è sciupata a documentare di persona gli eventi.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/02/19/giorno-rimborsi-movimento-stelle/191202/

Qui, per i feticisti dello scoop, la registrazione integrale della giornata.

http://youtu.be/JoWPczTuesc

PETIZIONE POPOLARE “FUORI I SOLDI DALLA POLITICA”

30 dicembre 2011 Lascia un commento

attualmente lo stipendio dei consiglieri regionali è composto da un’indennità lorda di 8.500€ alla quale si aggiungono vari escamotage atti a farlo lievitare. Ad esempio i “rimborsi forfettari”: 2.500 euro erogati con la scusa che il consigliere avrà delle spese legate al suo lavoro e per le quali la Regione elargisce rimborsi senza richiedere alcuna fattura o altra prova che ne dimostri l’effettiva spesa.

In totale ogni consigliere riceve dagli 8.000 ai 13.000 euro netti al mese.

I consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, Davide Bono e Fabrizio Biolè, così come annunciato in campagna elettorale, già dalla prima mensilità si sono limitati lo stipendio a 2.500 € netti rinunciando oltretutto a rimborsi e gettoni.

Per ridurre lo stipendio dei loro colleghi hanno presentato due proposte di legge che sono state ovviamente bocciate con larga e trasversale maggioranza.

Alcuni cittadini sostenitori del Movimento 5 Stelle si sono quindi organizzati e hanno indetto una petizione che chiede alla Giunta Cota e alla sua maggioranza Consiliare di approvare in sostanza il testo di legge presentato dal Movimento 5 Stelle stesso.

In tutto il Piemonte dei cittadini senza tessere di partito hanno quindi informato altri cittadini in strada, al bar, nel proprio condominio, fino a raccogliere 22 mila firme delle quali alcune centinaia a Chieri.

La petizione sta svolgendo l’iter previsto dal regolamento regionale ed è stata presentata dal primo firmatario, l’astigiano Fabio Martina, alla Commissione Bilancio del Consiglio Regionale il 2 dicembre u.s.

Com’è solito di questa classe politica, probabilmente le istanze dei cittadini verranno ignorate. Occorre quindi fare la maggior pressione possibile. In quest’ottica è stata scritta una mozione che impegna le giunte comunali piemontesi a sostenere la legge d’iniziativa popolare.

La mozione sarà recapitata ai consiglieri comunali chieresi e ciascun consigliere potrà presentarla in qualsiasi momento alla giunta, per far sì che venga discussa e auspicabilmente approvata.

In un periodo di congiuntura avversa e di grave scollamento della politica dalla realtà vissuta dalla maggioranza dei cittadini, un gesto in questo senso da parte dei politici chieresi sarebbe doveroso, se non addirittura dovuto, per dimostrare la volontà dal basso di ricucire lo strappo tra politica e cittadinanza.

Soltanto con continua pressione da ogni fronte si potrà ottenere la fine degli sprechi.

Segue il testo della mozione come è stata recapitata a tutti i consiglieri comunali dotati di email (perchè non tutti hanno una mail di riferimento…).

Il sottoscritto ………………, consigliere comunale di ………………….presenta la seguente proposta di

MOZIONE

VISTA

la consegna ai competenti uffici del Consiglio Regionale del Piemonte, della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica”, per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, la quale ha raccolto circa 22mila adesioni e la successiva audizione avanti la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del primo firmatario avvenuta in data 2 dicembre 2011

EVIDENZIATO

che la stessa contiene le proposte di seguito riportate:
1) Riportare le indennità dei consiglieri alla prima determinazione del 1972, cioè il 55% delle indennità dei parlamentari.
2) Ridurre le indennità di funzione aggiuntiva, a partire dal Presidente della Giunta e dagli Assessori.
3) Sopprimere i gettoni di presenza pari a circa 122 euro a seduta.
4) Sopprimere i rimborsi forfettari.
5) Ridurre i rimborsi spese chilometrici
6) Sopprimere il vitalizio per gli ex consiglieri regionali.

SOTTOLINEATA

l’esigenza di ridurre i costi della politica alla quale devono concorrere tutti i livelli istituzionali, soprattutto quelli più alti, esigenza ribadita anche dal Presidente del Consiglio Mario Monti.

RILEVATO

che la richiamata riduzione dei costi della politica, stante anche il difficile momento economico e sociale che sta vivendo il Paese, deve avvenire in tempi brevi ed attraverso provvedimenti di sostanza che vadano ad incidere realmente nel merito della questione

SOTTOLINEATO

che la petizione popolare non ha una corsia preferenziale nei lavori consigliari e che la stessa, pur prevista dallo Statuto della Regione Piemonte come strumento di partecipazione popolare, non assume l’equivalente di una proposta di legge regionale

Tutto questo premesso il Consiglio comunale di Chieri

RECEPISCE

i contenuti della petizione popolare denominata “Fuori i soldi dalla politica” per chiedere la riduzione degli stipendi dei consiglieri regionali del Piemonte, attualmente giacente presso la Commissione Bilancio del Consiglio Regionale del Piemonte, in quanto coerenti con una azione di contenimento della spesa pubblica e di riduzione dei costi della politica, segnatamente di quella regionale e conseguentemente

INVITA

Il Consiglio Regionale del Piemonte ad approvare, entro il più breve tempo possibile, una legge regionale sul contenimento dei costi della politica, che recepisca in tutto o in ampia parte i contenuti della richiamata petizione popolare

INVIA

Copia di questo Ordine del Giorno:
1) Al Presidente della Giunta Regionale del Piemonte
2) Al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte
3) Al Presidente della Commissione Bilancio Consiglio Regionale del Piemonte

CONSIGLIO COMUNALE ON DEMAND!

Grazie all’iniziativa del MoVimento 5 Stelle chierese, dal 29 settembre 2011 la città di Chieri ha guadagnato un angolo di trasparenza amministrativa a costo zero. Dopo ripetute richieste puntualmente argomentate dirette alla presidenza del Consiglio Comunale e altrettanti dinieghi assolutamente pretestuosi e senza alcun fondamento legislativo, oggi qualcosa é cambiato. Il consiglio comunale ha acconsentito alla ripresa video a condizione che questa venga trasmessa in streaming. Soluzione “punitiva” nelle intenzioni, ma non nei fatti, che ha creato qualche imbarazzo al momento della votazione quando qualche consigliere ha mostrato di ignorare i concetti di streaming e video-on-demand. Tra parentesi viene da chiedersi con quali elementi abbiano capito e votato l’appalto da 140.000 euro per il rinnovo dell’impianto multimediale della sala consiliare volto, tra le altre cose, a fornire proprio questi servizi alla cittadinanza. Ma oggi siamo qui per festeggiare la modesta vittoria dei cittadini chieresi che ritengono la trasparenza delle istituzioni un cardine portante della democrazia.

Politicamente fa pensare come il deus ex machina della lista Lancione, l’assessore con delega alla partecipazione Zullo – forse papà del nuovo impianto – unico a esprimere parere negativo alla proposta dei capigruppo di maggioranza tra cui il suo gruppo perchè “tra un paio di settimane (al momento della discussione l’appalto non era ancora chiuso e quindi ci sarebbero volute più di un paio di settimane) la sala sarebbe stata pronta e quello era un servizio che toccava all’amministrazione erogare ai cittadini”, sia alla fine stato messo all’angolo. A oggi, tanto per capirci, è stata nominata la commissione che dovrà valutare le buste con le offerte (o la busta.  140.000 euro sono pochi per lorsignori, per cui la gara d’appalto sarà valida anche se a presentarsi sarà una sola ditta con un ribasso ridicolo).

Doverosamente ringraziamo i consiglieri PD Olia e Maspoli che si sono presi la briga di venire in piccionaia a chiedere il nostro parere in merito alla proposta e alle eventuali difficoltà a effettuare lo streaming. Ringraziamo anche il nostro amico Marinari del PD, unico tra i suoi a essersi astenuto forse perchè ancora convinto che la sconfitta della Bresso sia passata per i voti al MoVimento 5 Stelle o peggio perchè non ritiene importante schierarsi per la trasparenza insieme agli altri imbarazzanti consiglieri astenuti.

Ringraziamo anche i capigruppo della maggioranza che hanno di fatto formalizzato il nostro impianto tecnologico che consta di un canale streaming con annesso Video on Demand sulla piattaforma USTREAM all’indirizzo www.ustream.tv/channel/movimento-5-stelle—chieri.

Arrivederci in rete.

Qui il link all’articolo sul Corriere di Chieri relativo alla questione.

PARTECIPAZIONE? SI, BASTA CHE NON SIA GRATIS.

24 settembre 2011 Lascia un commento

In occasione del Consiglio Comunale di giovedi 15 u.s. il gruppo chierese del MoVimento 5 Stelle Piemonte si è presentato in municipio per registrare la seduta dell’assemblea.
Per correttezza è stata nostra premura, come la volta precedente, avvisare il Segretario Comunale e il Presidente dell’Assemblea facendo presente anche questa volta che la normativa che regola il funzionamento degli enti locali non vieta esplicitamente la registrazione e diffusione delle assemblee pubbliche, che il Garante della Privacy si è pronunciato in favore di questa pratica e che il regolamento Comunale non prevede nessun divieto in proposito.
Considerando che la giunta comunale ha esperito una gara di appalto del valore di 140.000 euro totali per rinnovare l’impianto multimediale della sala consiliare – un gioiello di tecnologia tra le cui funzioni è prevista la registrazione delle sedute e loro diffusione su internet in “streaming” e “on demand” – con il lodevole intento di facilitare la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della Città, ci siamo presentati sul loggione municipale sicuri di poter, questa volta, svolgere la nostra attività gratuita di diffusione dell’importante operato della amministrazione cittadina.
Purtroppo il primo bizzarro atto della seduta consiliare è stata la discussione della nostra presunta richiesta, quando in realtà la nostra era una comunicazione di intento a registrare motivato dai riferimenti normativi e corredata dalle indicazioni relative alla privacy, con conseguente votazione e rifiuto del permesso da parte di una cospicua maggioranza di consiglieri, terrorizzati da chissà quali intenti di manipolazione e strumentalizzazione delle immagini.
Quantomeno curiose sono state le argomentazioni addotte per giustificare una condotta quanto meno schizofrenica di esponenti della maggioranza che da un lato decide di acquistare lo stato dell’arte della tecnologia di diffusione via internet di contenuti multimediali e dall’altro bolla come strumentali e manipolatori i nostri intenti a costo zero per la collettività.
Delusione particolare per il voto contrario del sindaco che forse dovrebbe provare a fare il sindaco di tutti e non solo il voto in più della sua coalizione.

Subito non capisci il perchè di questa scelta, pensi che sia una banale manifestazione di arroganza: questa è casa nostra e comandiamo noi. Poi ti fermi ad assistere al resto della discussione e comprendi perchè le immagini “libere” fanno paura a questi “rappresentanti” dei cittadini: il Consiglio Comunale è ormai la caricatura di una assemblea deliberativa. E’ evidente che il 90% del lavoro viene fatto dalla Giunta e dalle Commissioni dove la maggioranza decide e l’opposizione fa quel che può, visti i numeri a disposizione. Quindi quello che arriva in Consiglio sono le briciole e il tutto si riduce a interrogazioni per lo più pretestuose, battibecchi da bar dello sport, spregio della forma e poca sostanza. Il tutto condito da un indecoroso “cazzeggio”: consiglieri fuori a fumare, lazzi e sghignazzi da una parte all’altra della sala e un costante brusio in spregio al diritto di ogni singolo consigliere di poter parlare e di essere ascoltato.

Forse è la diffusione di questo spettacolo che fa paura.

RISPETTARE I PROPRI ELETTORI NON SIGNIFICA “LIBERI TUTTI”

Il MoVimento 5 Stelle fonda il proprio pensiero relativo agli imminenti ballottaggi sull’ovvio presupposto che i proprietari del voto siano i singoli cittadini. Non, dunque, i rappresentanti eletti di movimenti o partiti. Ed ogni cittadino è in grado di decidere autonomamente come comportarsi in vista del nuovo voto.

Peccato, però, che la lingua italiana venga sovente stravolta dai soliti pennivendoli. Leggiamo infatti oggi sull’Espresso che questo nostro ragionamento significherebbe un caotico “liberi tutti”. Secondo noi significa invece rispetto per gli elettori, che non sono entità di nostra proprietà.

Non condividiamo, ma rispettiamo chi considera Tizio meglio di Caio. Ma il rispetto, ormai lo sappiamo, è una caratteristica piuttosto rara al giorno d’oggi. Fare opposizione al PD o al PdL non cambia: sempre opposizione è.

Grillo: dal Vaffanculo alle bugie.

19 novembre 2010 Lascia un commento

Blog Bracconi su Repubblica

La macchina del fango, come dice Saviano, colpisce chiunque non sia allineato con il monopensiero di destra o di sinistra.
Riportiamo tutto a “così fan tutti”, azzeriamo le differenze.
E allora V a f f a n c u l o anche al blogger di Repubblica, il giornalista Bracconi, che fa una analisi su un post del blog di Grillo distorta e manipolata.

Una cosa mi piacerebbe fosse chiara: la differenza tra il PD e il MoVimento 5 stelle non è nell’avere o meno un programma, ma come questo programma nasce: tra pochi intimi in una segreteria di partito o discusso in rete e con il contribuito dei cittadini che hanno voglia di mettersi in gioco?

Questo dobbiamo recuperare: il metterci in gioco, smettere di delegare ed ESSERE IL CAMBIAMENTO CHE VOGLIAMO.

Vi aspettiamo sul forum del Movimento 5 stelle piemontese, sul sito del Movimento 5 stelle e sul meetup chierese. Poi non dite che non ve l’avevamo detto.

Dignità di stampa

Pubblichiamo la lettera di dimissioni della conduttrice del TG1  Marialuisa Busi.

Marialuisa Busi

Al Dott. Augusto MINZOLINI

Caro direttore,

ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell’edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa e’ per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilita’ nei confronti dei telespettatori. Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza RAI Sergio Zavoli : “la piu’grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identita’, parte dell’ascolto tradizionale”.Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perche’ e’ un grande giornale. E’ stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati.

Questo e’ il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non e’ mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l’informazione del TG1 e’ un’informazione parziale e di parte.Dov’e’ il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti  perche’ negli asili nido non c’e’ posto per tutti i nostri figli?Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo.   E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie.  Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese,  che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perche’ falliti?Dov’e’ questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il tg1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.

L’Italia che vive una drammatica crisi sociale e’ finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un’informazione di parte – un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull’inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo – e l’infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo.  Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della piu’ importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di piu’ alto profilo e interesse generale. Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, puo’ soltanto levare la propria faccia, a questo punto.  Nell’affidamento dei telespettatori e’ infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E’ lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.  I fatti dell’Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E’ quello che accade quando si privilegia la comunicazione all’informazione, la propaganda alla verifica. Un’ultima annotazione piu’ personale. Ho fatto dell’onesta’ e della lealta’ lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non e’ tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente.

Pertanto:1)   respingo l’accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente – ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI – le avevo gia’ mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralita’ delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma e’ palese che non c’e’ piu’ alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta e’ fuori, prima o dopo.

2)     Respingo l’accusa che mi e’ stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza e’ quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.

3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l’intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato all’azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di “danneggiare il giornale per cui lavoro”, con le mie dichiarazioni sui dati d’ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: “il tg1 dara’ conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgera’ i fatti in ossequio a campagne ideologiche”. Posso dirti che l’unica campagna a cui mi dedico e’ quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama – anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta – hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita “tosa ciacolante – ragazza chiacchierona – cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali” e via di questo passo.  Non e’ cio’ che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate rispondera’ il mio legale.

Ma sappi che non e’ certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto.Non di ammirazione viviamo,dice, ma e’ di rispetto che abbiamo bisogno.Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verita’. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.

Marialuisa Busi

Roma, 20 maggio 2010


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